Castiglione a Casauria è un piccolo borgo di origine alto medievale, posto su una collina a nord del fiume Pescara, non lontano dal valico di Tre Monti e dall’antico tratturo “Centurelle-Montesecco”. Lungo il confine occidentale del comprensorio castiglionese compare una boscaglia che si spinge fino all’abitato. Il territorio è compreso nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Le case, raggruppate e strette attorno all’antica chiesa conventuale di S. Francesco, alla parrocchiale e al castello feudale De Petris-Fragianni, donano a questa località un aspetto molto suggestivo. Una piccola porzione della comunità, inoltre, risulta sparpagliata in alcuni minuscoli aggregati urbani (Cervarano, Piano da Capo e Piano del Ponte) e nelle località di Madonna della Croce e di San Clemente. La tradizione fissa l’origine di Castiglione a Casauria, attorno al 980, quando Adamo I, abate di Casauria, costruì il Castello. Nelle più antiche fonti documentarie il borgo è menzionato come Castellione; successivamente si chiamò Castiglione del Conte per effetto della dominazione dei conti Cantelmo di Popoli e infine fu Castiglione alla Pescara fino al 1863. Le sue vicende si intrecciano con quelle dell’abbazia di S. Clemente a Casauria, edificata nell’871, per volere dell’imperatore Ludovico II, nei pressi dell’insediamento preromano di Interpromium. Questo glorioso monastero crebbe rapidamente di importanza grazie a donazioni e privilegi ma si trovò a dover fronteggiare nel 920 il saccheggio dei saraceni e nell’XI secolo le ruberie perpetrate dai normanni. Risorta per merito degli abati Leonate e Ioele, non raggiunse più gli antichi splendori e nel XIV secolo si ridusse ad una tale esiguità conventuale da essere declassata a commenda prelatizia della corte pontificia. L’assetto urbano conserva un impianto di case-mura che chiudono il centro storico, fortificato dalla punta triangolare del Castello, detto Palazzo De Petris-Fraggiani dal sec. XVIII, e punteggiato da palazzetti e balconate, su cui spiccano decorazioni dovute a scalpellini locali, e dall’artistico portale dell’ex chiesa di San Francesco. La fondazione del cenobio è dovuta all’imperatore Ludovico II che lo eresse nell’871 per sciogliere un voto e per motivi di strategia politica. La fabbrica sorse su di un’isola, formata dai bracci del fiume Pescara, nei pressi dell’insediamento romano di Interpromnio, sulla Tiburtina Valeria. Il paese, nel territorio del Parco Nazionale Gran Sasso-Laga, presenta numerose attrattive artistiche e culturali. Alle pendici boscose del Monte Morrone si trova la splendida Grotta di S. Angelo, meta di pellegrinaggio.
BENI ARCHITETTONICI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO
La chiesa abbaziale di S. Clemente a Casauria, insieme ad un’ala del monastero, rappresenta ciò che rimane della più importante abbazia della regione. Essa fu costruita dall’imperatore Ludovico II, pronipote di Carlo Magno, nel 871. Inizialmente dedicata alla Santissima Trinità, fu poi intitolata a san Clemente quando, nel 872, vi si traslarono i suoi resti. All’ esterno dell’abbazia vi è la facciata preceduta da un portico a tre fornici (il centrale a tutto sesto e i laterali a sesto acuto) con colonne e capitelli istoriati; dentro si aprono i tre portali che danno accesso alla chiesa, che hanno lunette decorate ed archivolti a “ferro di cavallo”. La porta centrale è in bronzo ed è costituita da 72 formelle perlopiù con motivi ad intreccio di influenza araba e bizantina. L’interno della chiesa si presenta con tre navate longitudinali, divise in sette campate ogivali ed il transetto adornato di una sola abside semicircolare. La copertura è a capriata con mattoni dipinti a losanghe. La cripta è scandita da nove navatelle longitudinali per due trasversali con le campate che hanno volta a crociera. Per la sua costruzione è stato utilizzato materiale di spoglio proveniente da edifici romani. Fra quello qui riutilizzato distinguiamo i quattro capitelli corinzi della parte absidale e la colonna miliare in cui si vede l’iscrizione che ricorda Valentiniano, Valente e Graziano. E’ una cripta presbiteriale rialzata, infatti si accede al presbiterio da due scale poste alle estremità delle navate laterali.
Palazzo de Petris–Fraggianni
Il palazzo, attualmente a pianta rettangolare, è situato nella parte più alta della collina, ha due dei suoi tre lati inaccessibili a causa di ripidi pendii, mentre il terzo, l’ingresso, è verso il nucleo abitato. L’atrio è quadrangolare con una leggera convergenza dei lati sud e nord. Sul lato nord si dispiega un’ampia scalinata con tre logge, una per ogni piano. La loggia inferiore è sormontata da tre archi a tutto sesto che immettono in due diversi ambienti, la scala e un corridoio che porta al giardino. Le logge dei piani superiori sono costituite da balaustre con colonnine; gli archi sono sorretti da colonne con plinti a foglie d’acanto stilizzate. Dalle notizie storiche sappiamo che in questo sito vi era una costruzione precedente della quale rimane un arco ogivale che immette nel giardino e alcune sale del lato est del pianterreno con volte a botte. La facciata è decorata alla maniera barocca salentina, si presenta divisa in due parti da un fregio marcapiano decorato con fiori, frutti e 21 putti. La parte bassa è decorata con un bugnato molto aggettante. Al centro campeggia un grande arco d’ingresso fiancheggiato da due semicolonne con capitelli compositi. Il balcone principale è sostenuto da cinque mensole terminanti con mostri alati. Le due porte finestre sono divise da colonne con capitelli con testine umane. Ai fianchi delle luci si elevano due fauni e due faune affrontanti. I frontoni delle due invetriate sono spezzati al vertice e nell’architrave, proprio alla maniera seicentesca. All’interno troviamo una volta convessa, decorata con affreschi di scuola napoletana risalenti al XVII secolo e al centro, campeggia lo stemma della famiglia Fraggianni.